Medicina

Le reazioni avverse dei vaccini: un rischio minimo

Se per considerare un vaccino sicuro avessimo bisogno della totale assenza di possibili avversità saremmo ben lontani dall’obiettivo. Come ogni farmaco, infatti, questo rischio non potrà mai essere completamente azzerato. Quel che si può fare, però, è considerare il rapporto rischio/benefici offerto dall’utilizzo di questi prodotti.

Scegliere di non vaccinarsi significa esporre volontariamente se stessi e gli altri ad un pericolo molto maggiore di contrarre malattie potenzialmente molto pericolose.

Gli eventi avversi vaccinali

Un evento avverso vaccinale è “qualunque evento avverso clinico che segue l’immunizzazione e che non deve per forza avere una relazione causale con la somministrazione del vaccino. Può trattarsi di un segno non previsto, di un’alterazione di un parametro di laboratorio o di un sintomo o di una malattia”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità indica diversi tipi di danni da vaccino:

  1. Reazione vaccino-correlata dovuta a caratteristiche specifiche del vaccino;
  2. Reazioni da difetti di qualità del vaccino;
  3. Reazione dovuta ad una prescrizione errata del vaccino (prevenibile)
  4. Coincidenza, non riconducibile al vaccino.

Per poter affermare che un danno sia provocato da un vaccino c’è bisogno di una valutazione apposita detta “casuality assessment”: in questa analisi vengono presi in considerazione quei parametri che possono razionalmente spiegare l’eventuale correlazione causa-effetto tra vaccino e reazione avversa. Si valuta la relazione temporale tra i due eventi, le caratteristiche e la frequenza di una data reazione e soprattutto la plausibilità biologica della serie di eventi.

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In questi parametri sono racchiuse tutti i punti che una vera relazione causale deve possedere. Oltre alla consequenzialità degli eventi è altamente improbabile, se non impossibile, che un farmaco somministrato a milioni di persone dia un evento avverso isolato ed unico.  Molto più verosimile è che una determinata conseguenza si verifichi diverse volte dopo l’utilizzo di decine di milioni di dosi vaccinali utilizzate.

La correlazione deve essere inoltre plausibile. È ovvio, bisogna capire cosa è andato storto poiché nessuna avversità deriva dal nulla.

I casi di danno riconosciuto

Una sola è la situazione, nella storia, in cui è stato possibile stabilire un reale rapporto causa-effetto. Parliamo della polio paralitica dopo la vecchia vaccinazione anti-poliomielitica orale. La frequenza di questo evento è di un caso ogni due milioni.

Un altro evento avverso riconosciuto è la comparsa di una Porpora Trombocitopenica Transitoria (PTT) dopo vaccino MPR (Morbillo-Pertosse-Rosolia) con una frequenza di 1/30’000. Questa situazione clinica, fortunatamente, si risolve in circa sei settimane.

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E senza vaccino? In questo caso il numero delle complicanze è molto maggiore. Per ogni 1000 persone colpite da morbillo, almeno uno farà una complicanza che può includere l’ipotesi più infausta, ovvero la morte.

Rarissime sono le condizioni di encefalite o paralisi flaccida: in questi casi i numeri sono impietosi. 1 caso su 100’000 per l’encefalite; 1 caso su 10’000’000 per la paralisi.

Un’accortezza che bisogna avere, però, è quella di valutare eventuali allergie. Nel vaccino anti influenzale, infatti, sono presenti delle proteine dell’uovo, necessarie alla coltivazione del virus. Se un soggetto è allergico alle uova, non dovrà sottoporsi alla vaccinazione.

Già nel 1998 si smentiva categoricamente la relazione vaccini-autismo. Non si è mai riusciti a trovare prove a sostegno di questa tesi se non nello studio che lanciò l’allarme, che poi si scoprì contenere dati falsi al solo scopo allarmistico.

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I vaccini, un aiuto alla sanità pubblica

La storia dell’uomo ha avuto numerose scoperte che ne hanno cambiato il corso. Dal punto di vista sanitario due sono forse le più rilevanti: gli antibiotici e i vaccini. Grazie a questi farmaci si è potuto curare e prevenire delle patologie spesso fatali: si pensi al vaiolo, oggi scomparso grazie alle campagne vaccinali del secolo scorso.

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È incredibile come oggi, in una società con una scolarità ben più forte del passato, siano in tanti a non credere all’efficacia dei vaccini. Si ritiene anzi che questi siano strumenti nelle mani dei potenti per tenere schiava la popolazione.

La scienza, tuttavia, è più forte dell’ignoranza.

 

 

Fonti ed approfondimenti:

 

 

Published by
Antonio Innocenzi