Mercurio è il pianeta più interno e più vicino al Sole del sistema solare. È anche il più piccolo, e la sua orbita è la meno circolare rispetto a tutti gli altri pianeti, in altre parole è quella con eccentricità minore. Inoltre, Mercurio è un pianeta roccioso, come tutti quelli che, fino a Marte, si trovano “al di qua” della fascia degli asteroidi. Tutti gli altri pianeti oltre la detta fascia sono invece definiti gassosi.
Una delle maggiori peculiarità del pianeta Mercurio è che esso sperimenta la maggiore escursione termica tra tutti i pianeti, con regioni equatoriali che vanno da 100 a 700 Kelvin nell’alternarsi da notte a giorno e regioni polari che sono sempre inferiori ai 180 Kelvin.
Il motivo principale di questa sostanziale differenza di temperatura tra notte e dì, nonché una delle ragioni che hanno portato a considerare Mercurio un pianeta assolutamente non abitabile, è l’assenza di atmosfera che, se presente, sarebbe responsabile di una più equilibrata distribuzione del calore sulla superficie del pianeta. Tale ragione è, inoltre, testimonianza del fatto che Mercurio sia un pianeta geologicamente inattivo da ormai miliardi di anni.
La missione NASA MESSENGER, che sta per MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry and Ranging, lanciata nel 2004 per studiare le caratteristiche di Mercurio, ha consentito ad un gruppo di scienziati, guidato da Antonio Genova de La Sapienza di Roma, di individuare interessantissime caratteristiche riguardanti il sottosuolo del pianeta roccioso.
In effetti, sembra che Mercurio abbia tanti altri “primati” tra i pianeti del sistema solare: oltre a quanto già detto, Mercurio è anche il pianeta con la più massiccia percentuale in volume del pianeta, che si aggira intorno all’85%!
Un valore così interessante ha più volte spinto gli studiosi in uno studio accurato della composizione del suolo di Mercurio, portandoli infine a poter affermare che il pianeta ha un nucleo esterno composto da metallo fuso ed uno più interno sorprendente simile a quello della Terra: il cuore interno di Mercurio è, infatti, allo stato solido.
Un tale risultato è stato raggiunto grazie ad accuratissimi algoritmi ideati in seguito ad anomalie gravitazionali registrate nell’intorno del pianeta. In particolare, è stato proprio l’approccio della sonda MESSENGER nello spazio immediatamente circostante Mercurio ad indurre il team di scienziati a studiare la composizione interna del pianeta in maniera così approfondita: questo perché, durante i suoi fly-by, MESSENGER risentiva delle differenze di densità nel sottosuolo del pianeta roccioso.
È stato inoltre possibile osservare quanto un nucleo così massiccio implichi, ad esempio, che il campo di magnetico di Mercurio sia molto debole, imputandone la causa alla poca presenza della parte fluida (responsabile dell’esistenza del campo magnetico) rispetto a quella solida; un’altra importante conseguenza è poi l’alta densità del pianeta.
Perché è così importante condurre studi multidisciplinari sulla geologia planetaria del pianeta Mercurio? Missione dopo missione, questi si scopre essere sempre più simile alla Terra, dunque l’analisi della sua storia ci aiuterà, anche grazie ai risultati della sonda BepiColombo, ad effettuare una stima dell’evoluzione del nostro stesso pianeta.
Fonti: www.wikipedia.org – www.astronomianews.it