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Torna un classico: di che colore è questa scarpa?

Qual è il colore di questa scarpa? Grigia con lacci e suola verde acqua o rosa con lacci e suola bianco? Da diversi anni questa foto divide il web più di quanto non accadde col vestito. La spiegazione

colore scarpa

colore scarpa

Qual è il colore di questa scarpa?

“Se il cervello destro è dominante, allora vedi rosa e bianco. Se il cervello sinistro è dominante, allora vedi verde e grigio. Fai il test con i tuoi cari. Molto interessante.
Il cervello sinistro è pensiero analitico, digitale, logico, scientifico, sistematico.
Il cervello destro parla di creatività, musica, arte, mente subconscia, abilità multitasking, pensiero sintetico”.

Ricordate lo storico quesito sul colore del vestito? Ecco, è il ritorno di un grande classico! Qual è il colore di questa scarpa? A dirla tutta la foto della scarpa circola in rete già da alcuni anni ma, a differenza del vestito (passato un po’ di moda), la scarpa grigia/rosa ha diviso il web al punto che a distanza di tempo, l’argomento viene ripreso su pagine e gruppi di diversi social network.

Proprio come accadde per il vestito, la foto ha diviso il web tra chi vede la scarpa grigia con lacci e suola verde acqua e chi invece la vedrebbe rosa con lacci e suola bianco. Ma la percezione dei colori non è poi così lineare come crediamo: ne è un esempio questa scacchiera dove le caselle A e B, pur essendo dello stesso colore, vengono percepite come diverse.

Scacchiera
Scacchiera, crediti: businessinsider

Perché vediamo colori differenti?

Si tratta di un fatto estremamente singolare e ad affermarlo è Jay Neitz, neuroscienziato presso l’Università di Washington che spiega come il fenomeno sia causata da una differenza individuale della percezione e che “questa è la percezione individuale più grande che, in 30 anni di studi, abbia mai visto” (lo disse per il vestito ma è replicabile anche in questo caso). Come noto, la luce “entra” nell’occhio umano con lunghezze d’onda differenti corrispondenti alle diverse tonalità di colore: la luce colpisce la retina nella parte posteriore dell’occhio dove pigmenti colpiscono connessioni neurali che attivano la corteccia visiva, quella parte del cervello adibita alla creazione delle immagini.

Il cervello dunque elabora le diverse lunghezze d’onda percepite discriminando illuminazione e colori degli oggetti. Un sistema efficace che, in casi come questo però, viene un po’ messo in crisi dalla foto che colpisce quello che in gergo potremmo denominare “confine percettivo”.Il cervello di ogni individuo cerca, “a modo suo”, di reinterpretare il colore originale dell’immagine, ma viene influenzato da diversi fattori.

La parola agli scienziati

Come spiegato da Neitz e da suoi diversi colleghi, ogni individuo ha un bagaglio di esperienze e aspettative, così come particolari livelli di attenzione e movimenti oculari: tra i fattori vi sarebbe anche “tutto ciò rientra anche ciò che è stato osservato un attimo prima di osservare lo scatto” e l’influenza che ha il background su cui è stata scattata la foto o, ad esempio, ciò che la circonda.

Questa varianti “condizionano” il cervello a reinterpretare in differenti modi la stessa immagine. Come accadde per il vestito infatti, la stessa immagine è apparsa con colori diversi allo stesso individuo a distanza di qualche ora: “Credo che passerò il resto della vita a studiare questo fenomeno” – disse una volta Neitz. Chissà se lo sta facendo davvero…