Si può bere un caffè espresso nello spazio? La chiacchierata spaziale tra Paul McCartney e Luca Parmitano, primo comandate italiano della ISS, sta facendo il giro del web.
Da buon patriottico, il nostro capitano si accinge a spiegare come, anche gli astronauti, possono godere di un buon caffè…spaziale!
Questo è il sistema di distribuzione di acqua fredda e potabile; quello che facciamo è inserire questa bustina nell’apposita fessura e scegliere quanta acqua vogliamo.
[…] So che voi inglesi preferite il the, ma io sono italiano e sto per prendere il mio caffè!
Paul McCartney risponde scherzosamente di apprezzare anche lui il caffè. Ma, precisa Parmitano, che ciò che stiamo per guardare nel video rende quel caffè diverso da tutti gli altri che possiamo prendere qui sulla terra!
In effetti appaiono chiari nel video gli effetti della microgravità su una sostanza liquida:
Vedi? Posso farlo fluttuare! Ed è una sfera perfetta!
A causa dell’alta tensione superficiale, ossia la forza di coesione tra le molecole, l’acqua, così come qualsiasi altra sostanza liquida, non cade e assume questa caratteristica forma sferica.
Il bassista dei Beatles, stupito da una tale rappresentazione afferma:
Sai cosa? Mi hai proprio fatto venir voglia di una tazza di caffè!
La questione del caffè nello spazio ha toccato la sensibilità di molti astronauti, in particolar modo italiani, che spesso si sono visti per sei mesi e più isolati dalla loro (forse principale!) abitudine quotidiana: sorseggiare una tazzina di caffè espresso!
Samantha Cristoforetti, oltre ad essere stata la prima donna italiana a bordo della ISS, ha anche collezionato un primato senza precedenti: fu proprio lei ad assaggiare la prima tazzina di caffè sfornata dalla macchina Isspresso targata Lavazza! La tazzina spaziale ha lo scopo di riprodurre, per il rpincipio dei vasi comunicanti, l’effetto di poter sosrseggiare il caffè proprio come lo facciamo sulla terra.
La presentazione di questa macchina ultratecnologica è avvenuta a Torino da parte di un altro astronauta italiano, Paolo Nespoli, che ricorda scherzosamente quanto la NASA avesse temuto la presenza di un tale congegno a bordo della Stazione Spaziale Internazionale: 100 gradi di temperatura e 3 atmosfere di pressione, un vero e proprio ordigno!
Perchè arrivare a concepire un ingegno tecnologico simile? Non bisogna dimenticare che il senso di alienazione, lassù, può farsi stringente: uno dei modi migliori per alleggerire la giornata tipo di un astronauta è quello di farlo stare più…con i piedi per terra!