Dal ghiacciaio di Pine Island, in Antartide, si è staccato un iceberg di circa 300 chilometri quadrati, vasto quasi quanto Malta, generando frammenti di grandi dimensioni che si sono dispersi in mare (il più grande di questi è stato chiamato B-49).
Lo documentano le immagini catturate dai satelliti della missione Sentinel-1 di Copernicus, il programma europeo finalizzato all’osservazione della Terra, gestito dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dalla Commissione Europea.
Quello di Pine Island è il ghiacciaio che si sta sciogliendo con più rapidità: il suo scioglimento, infatti, rappresenta il 25% della perdita di ghiaccio dell’intera Antartide. Insieme al vicino ghiacciaio Thwaites, collega il centro della calotta glaciale dell’Antartide occidentale con l’oceano.
Quanto successo non fa altro che evidenziare le conseguenze del riscaldamento globale: come ulteriore prova, è doveroso ricordare che solo qualche giorno fa, nella parte di Antartide sotto giurisdizione argentina, nella base permanente Esperanza, il termometro aveva segnato 18.3 gradi, la temperatura più alta mai registrata in questa zona.
Già nel corso del 2019 i satelliti dell’ESA avevano evidenziato due importanti fratture nel ghiacciaio e gli scienziati hanno potuto osservare la velocità con cui si ampliavano le crepe. Dal febbraio dello scorso anno, la missione Sentinel-1 ha catturato 57 immagini radar (la più recente risale al 10 Febbraio 2020).
Dall’animazione video realizzata a partire dagli scatti, è possibile notare l’incredibile rapidità del processo che ha portato al distacco dell’iceberg.
[bquote by=”Mark Drinkwater” other=”Esperto di criosfera dell’ESA”]I satelliti Sentinel-1 di Copernicus hanno aperto un oblò attraverso cui le persone possono osservare eventi come questo che accadono in regioni remote del mondo[/bquote]
In più, lo scienziato ha aggiunto che la cosa davvero preoccupante è che “il flusso quotidiano di dati rivela la drammatica velocità con cui il clima sta stravolgendo il volto dell’Antartide“.
Per approfondire: Copernicus (ESA)
Crediti immagine in evidenza: YouTube/ ESA