È diventato subito uno dei prodotti più richiesti sul mercato in seguito all’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. Ma chi ha inventato l’Amuchina?
Si tratta di Oronzio De Nora, un ingegnere nato ad Altamura, in Puglia, nel 1899. Il pugliese brevettò la ricetta del noto disinfettante in Germania per poi cedere il prodotto. La storia dell’ingegnere è stata raccontata dal quotidiano ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’, in un articolo firmato da Onofrio Bruno.
Ingegnere elettrotecnico, De Nora può essere considerato un vero e proprio visionario nelle applicazioni della chimica nell’industria. La sua azienda (De Nora, ndr) esiste ancora oggi ed è una multinazionale di successo nel campo delle tecnologie sostenibili, del risparmio energetico e nel trattamento delle acque, nelle mani dei discendenti della famiglia con sede a Milano.
L’ingegnere pugliese la fondò giovanissimo appena arrivato a Milano nel 1923. Aveva solo 24 anni e due anni prima aveva depositato un brevetto in Germania (catalogato con il numero 1811) per la produzione di ipoclorito di sodio. Il prodotto venne depositato con un nome molto noto e tanto ricercato oggi: “Amuchina“. In seguito cedette il brevetto (oggi è prodotta da Angelini Pharma) per dedicarsi ad altro.
In quegli anni il giovane frequentava l’università per laurearsi in Ingegneria Elettrotecnica al Politecnico di Milano. I docenti, notato il suo talento, lo spronarono affinché sfruttasse le sue ricerche su cloro e soda caustica. Ed avevano ragione perché le sue scoperte scientifiche facilitavano gli impianti che utilizzavano i processi cloro-soda nel trattamenti di depurazione delle acque e gli anodi per l’industria farmaceutica.
La svolta nel 1969, quando De Nora brevetta uno standard nell’industria chimica, la tecnologia Dsa. I anodi metallici sostituiscono tutt’oggi quelli in grafite abbassando così il consumo energetico. Una salto di qualità che permette a De Nora di diventare la prima azienda italiana ad entrare nel mercato giapponese. Tra i suoi clienti sono degni di menzione Bayer e Solvay e diventa poi fornitore ufficiale di Apple per l’elettronica.
Oggi l’azienda è gestita dai nipoti Federico e Michele, conta 1.500 dipendenti in nove sedi con un fatturato di circa 500 milioni di euro all’anno.
Al papà di Oronzio, l’Ing. Civile Michele, è intitolata una scuola di Istruzione Superiore ad Altamura.
Nella foto Oronzio con il figlio Niccolò, crediti: fondazionedenora.it