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Tour de France 2020 e Covid-19: le disposizioni per il via al 29 agosto

Alla sua 107° edizione, anche la gara da 500mila spettatori per tappa e 6,5 milioni di follower, cambia volto per il Covid-19. Il Tour de France 2020, come tante altre manifestazioni, è stato prima rinviato e poi ricollocato definitivamente al 29 agosto 2020. Con l’assenso di Macron e della Federazione, uno dei più importanti eventi sportivi europei muta nuovamente. Vedremo infatti come dal 1903 ad oggi, “La Grande Boucle”, nata per particolari motivi, si è adattata ai vari periodi storici, fino ad arrivare ai giorni nostri.

La Grande Boucle, una storia lunga più di un secolo

La prima edizione del Tour de France risale al 1903, siamo quindi prossimi al 110° anniversario della storica corsa a tappe. L’idea di Henri Desgrange, prese forma il 1° luglio di 117 anni fa, quando per la prima tappa, 60 partecipanti, pedalarono dall’albergo “Le Reveil Matin” a Montgeron (Parigi), per ben 467 km, fino a Lione. La gara nacque per tentare di aumentare la vendita delle copie del quotidiano sportivo “L’Auto”, oltre che per scopi pubblicitari. Da subito ebbe tanto successo da costringere il principale competitor,Le Vélo”, alla chiusura immediata. Seppur ad oggi il ciclismo sia noto come uno degli sport più corretti, dalla seconda edizione del Tour de France vi furono numerosi sabotaggi e tumulti. Dai tifosi che lanciarono chiodi in strada, ai ciclisti che tagliarono vari tratti di percorso utilizzando auto o treni. Nel 1904 in particolare, fioccarono le squalifiche, così dal 1905 si decise di dare contorni meglio definiti alla competizione, introducendo ad esempio la classifica per punti, dove la vittoria spettava a chi ne totalizzava meno. Fu poi proibita l’assistenza al ciclista e tanto altro si tentò per arginare la scorrettezza dilagante. Negli anni successivi, di nuovo alti e bassi, ma fra cambi di regolamento e disordini, la manifestazione andò comunque avanti, sempre con l’inserimento di nuove faticosissime tappe, come i Pirenei e le Alpi.

L’itinerario del primo Tour del France sul quotidiano “L’Auto”, e lo spazzacamino che vinse, Maurice Garin

La rinascita post ’15-’18 e l’introduzione delle “maglie”

Nel 1919 il desiderio di ripartenza del Primo dopoguerra si riflettè anche sul Tour de France. Serviva un simbolo per identificare il leader della classifica: nacque la maglia gialla, dal colore del quotidiano “L’Auto”. L’introduzione della prima maglia diede una notevole scossa al TDF, tanto che le annate successive furono caratterizzate da agguerrite bagarre, principalmente fra Francesi e Italiani, e a volte, Belgi. Il numero dei tifosi crebbe notevolmente e la competizione assunse sempre più importanza. Nel ’33, fu introdotta la maglia a pois per il miglior scalatore, nel ’34 la prima tappa a cronometro, e nel ’35 si ebbe il primo decesso in gara. Il TDF si evolveva sempre più, e nonostante l’assenza italiana e tedesca dal ’39 per il Secondo Conflitto Mondiale, dal ’47 si riprese con ancora più enfasi di prima. Nel ’48 la leggendaria vittoria dell’italiano Bartali, che nel mezzo di una possibile guerra civile Italiana, contribuì a chetare i tumulti post attentato Togliatti. Nel ’53, l’Italia era rappresentata dal duo Coppi-Bartali, e nacque la maglia verde per il leader della classifica, basata sui piazzamenti ottenuti nelle singole tappe. Ben 22 anni dopo, nacque anche la maglia bianca per il miglior giovane atleta della classifica.

“La Gazzetta dello Sport”: Bartali, “l’uomo di ferro” maglia gialla nel ’48

Il Tour in età moderna: scandali e record

Fra cambi di regolamento e novità importanti, come l’introduzione dal 1984 fino al 1993 del Tour de France femminile, saltiamo agli anni ’90. Fu il decennio dell’ascesa dell’italiano Pantani, degli scandali come quello di Festina, del lutto per Casartelli e dei primi casi di doping, con il danese Riis che confesserà anni dopo, di aver vinto barando. Gli anni 2000 furono poi quelli della consacrazione tra i grandi del Tour de France dello statunitense Armstrong, primo atleta a vincere 6 Tour. Armstrong negli anni a seguire dovette poi giocarsela con il promettente spagnolo Contador, messo poi a sua volta in difficoltà dall’australiano Evans. Dal 2012 in avanti, le tappe del Tour de France divengono più “a misura d’uomo”, fino ad arrivare alla scorsa edizione. Il Tour de France 2020 subirà nuovamente importanti modifiche, ma non sarà certo più facile per i partecipanti. Già definito dal 4 volte campione Chris Froome, come il “Tour Brutale”, sarà probabilmente il più faticoso degli ultimi anni, e si fregerà di una partenza suggestiva, Nizza.

Itinerario del Tour de France 2020, in basso a destra la Grand Départ da Nizza

Tour de France 2020: dal pericolo cancellazione alle nuove date

Inizialmente la Grande Boucle era in programma dal 27 giugno al 19 luglio, ma il 15 aprile arrivò l’ufficialità sul rinvio causa Covid-19. La decisione fu frutto dello stop ai grandi eventi con spettatori, annunciato il 13 aprile dal Presidente della Repubblica francese E. Macron. Tuttavia, a fronte di una situazione ricoveri allora ancora molto critica, non si escludeva la possibilità di annullare il tutto, così come accadde per moltissime altre manifestazioni Europee. Ad aprile infatti, la Francia segnò il record di decessi dall’1 marzo. Se ne piansero ben 762 in 24h, portandosi ad un totale di 15729, con 6730 ricoverati in rianimazione. I frutti del lockdown e un buon lavoro di riorganizzazione a monte, permisero comunque di pensare a ricollocare il Tour de France 2020 al 29 agosto. Fra 7 giorni dunque, si dovrebbe partire, ma in maniera del tutto rivoluzionaria.

Tour de France 2020: adattamenti anti-Covid-19, sospensioni ed esclusioni anche preventive

Se di norma la carovana è accolta in media da più 500mila spettatori per tappa, quest’anno si cambia registro purtroppo. Per la competizione dal giro d’affari di 120 milioni di euro, la Direzione di gara, ha in primis disposto il posticipo per il Tour de France 2020 da Aprile ad Agosto, con l’obiettivo di limitare l’affluenza di spettatori e turisti. Avremo perciò il 29 agosto la partenza da Nizza, mentre il 20 settembre a Parigi, si taglierà il traguardo. Vediamo ora le modalità di svolgimento della gara, da poco pubblicate. La prima tappa del “Tour brutale”, sarà dunque Nizza-Nizza, 156km. Dalla Dirigenza già predisposte numerose misure, in primis il ritiro per qualsiasi squadra si trovi nella condizione di avere due persone positive al Covid-19 nel team. La misura è valida anche in caso due persone presentino sintomi sospetti, e può essere anche preventiva. Dunque, se prima della partenza da Nizza, due o più componenti del team avessero contatti con casi positivi e/o risultassero positivi, il team rischierebbe la sospensione o l’esclusione dal Tour. Nei giorni di riposo, 7 e 14 settembre, verrano inoltre effettuati controlli a tappeto.

Tour della California, modalità di premiazione per le edizioni precedenti al 2020, di tutte le maggiori competizioni ciclistiche, Tour de France compreso.

Carovana dimezzata, addio alle “ombrelline” e stop ai selfie

Il direttore Christian Prudhomme ha inoltre annunciato tagli anche ti tipo economico, si correrà infatti col 60% dei veicoli carovana in meno rispetto all’anno scorso. Stretta anche sul rapporto col pubblico -peraltro ridottissimo- proibiti autografi, selfie e manifestazioni d’affetto varie fra partecipanti e non, VIP e ospiti particolari compresi. Come già visto in Formula1 e MotoGP, saranno inoltre assenti le Miss alla premiazione. In linea con le recenti politiche anti-sexism, vi saranno invece un Mister ed una Miss a debita distanza. La consegna delle maglie -sanificate– avverrà alle spalle del podio da un addetto del team, con il divieto per chiunque altro di avvicinarsi ai corridori. Per quanto riguarda le misure “in gara” invece, sarà presente un servizio di vigilanza rigidissimo per fare sì che si rispettino le disposizioni. Per alcune tappe poi, il pubblico non potrà muoversi con i ciclisti se non a piedi, in bici, o con servizi e navette disposti dall’organizzazione. Il laboratorio medico mobile, sarà disponibile per test tempestivi durante tutta la manifestazione, e l’accesso al perimetro è per tutti, vincolato da controlli anti-Covid-19. Spariscono anche i “fogli firma”, e gli atleti saranno obbligati a tenere la mascherina fino a poco prima della partenza.

Partenza revival da Nizza per il Tour de France 2020

Per la seconda volta nella storia, la partenza del Tour de France sarà da Nizza. Prima dell’edizione 2020 successe solo in un’occasione, ovvero quella del 1981, anno in cui Bernard Hinault vinse il terzo dei suoi 5 Tour. Il 19 agosto il sindaco della città Christian Estrosi e il direttore della Grand Boucle, C. Prudhomme, hanno reso note le disposizioni per la Grand Départ. Dalla sera del giorno stesso della conferenza, è scattato l’obbligo di mascherina su tutto il territorio nizzardo. Inoltre, attivato anche il divieto per assembramenti (eventi) con più di 2500 persone, la metà di quelle precedentemente concesse dallo Stato. Riguardo alla gara invece, per la presentazione squadre, sarà organizzata una zona di 3800mq per i 1750 partecipanti, con sedie fissate al suolo e distanziate fra loro. Disposti anche pannelli oscuranti attorno alla zona di presentazione, così da evitare calche.

Conclusioni

Il Tour de France 2020 sarà dunque pesantemente influenzato dalle norme anti-Covid-19. Sicuramente provvedimenti come l’obbligo di mascherina non sono una passeggiata per i ciclisti. Al momento, si è iniziato a ragionare, con buoni passi in avanti, sull’intersecare sport e sicurezza Covid-19. Ma purtroppo non vi sono ancora strumenti eccezionalmente funzionali. Le competizioni anche di alto livello sono perciò tutt’ora costrette ad adeguamenti di vario tipo, spesso onerosi su vari fronti, e si spera perciò in un progredire della ricerca anche in questo campo. Ad ogni modo, dal punto di vista dello spettacolo sportivo, il Tour de France 2020 risulta parecchio promettente. Non sarà certo una Grand Boucle meno emozionante delle precedenti.

Published by
Naomi Guadagnini