Al contrario di quello che indica il nome del nostro pianeta madre, la superficie terrestre è principalmente ricoperta da acqua. Circa il 70 per cento della superficie della Terra è ricoperta da laghi, fiumi, mari e dalle distese più vaste chiamate oceani. Peraltro, le aree oceaniche sono così vaste da rendere complicata la definizione dei confini tra gli stessi, accomunati dall’abbondanza di un elemento così semplice e comune quanto fondamentale. Fino a qualche giorno fa, per convenzione si riconoscevano quattro distinti oceani terrestri, quello Pacifico, Atlantico, Indiano e Artico. Tuttavia, un importante ente geografico mondiale, ovvero il National Geographic, ha deciso di riconoscere ufficialmente un quinto oceano. Si tratta dell’oceano Antartico costituito dalle preziose acque che circondano il continente dell’Antartide.
Il riconoscimento dei quattro oceani è legato ad una definizione risalente a circa 70 anni fa. Tale convenzione veniva adottata dalla maggior parte delle istituzioni e geografi e venne ufficializzata dalla Organizzazione idrografica internazionale (IHO), un ente intergovernativo con l’obiettivo di coordinare le attività di ricerca riguardanti le risorse d’acqua del nostro paese.
Nello specifico, la definizione del 1953 argomentava la presenza di un solo grande oceano terrestre costituito da quattro bacini. Ovvero, in ordine di grandezza abbiamo gli oceani: Pacifico, Atlantico, Indiano e Artico, sebbene quest’ultimo venga ancora descritto come Mar Glaciale Artico in numerosi libri e cartine geografiche.
Le prime carte geografiche risalgono al 1915 e distinguono i quattro oceani precedentemente citati. Tuttavia, già all’epoca era abbastanza chiaro che le acque vicine all’Antartide possedessero delle caratteristiche uniche, facilmente distinguibili da quelle degli altri oceani. La stessa organizzazione idrografica aveva temporaneamente riconosciuto l’oceano Antartico nel 1937. Tuttavia, sedici anni dopo arrivò il passo indietro con la rimozione dell’oceano dall’elenco a seguito di un lungo dibattito sul suo ruolo e importanza.
Nonostante l’assenza del del suo nome nell’elenco ufficiale, l’espressione oceano Antartico è stata frequentemente utilizzata dalla comunità scientifica. Inoltre, l’approvazione del termine è arrivata in anticipo da diverse istituzioni importanti in ambito geografico. Tra queste troviamo il riconoscimento della U.S. Board on Geographic Names, e la più recente approvazione da parte della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), agenzia federale statunitense che si occupa di oceani, meteorologia e clima.
I geologi del National Geographic spiegano che l’adozione ufficiale del nome è tardata ad arrivare a causa del mancato riconoscimento a livello internazionale, sebbene la comunità scientifica non ha mai avuto problemi da questo punto di vista. Peraltro, solitamente i bacini oceanici sono identificati per mezzo dei continenti e delle terre che li delimitano. In questo nuovo caso, invece, sono le acque del Southern Ocean (analogamente oceano Antartico) a bagnare il continente antartico.
Alla fine gli esperti sono riusciti ad ufficializzare la decisione aggiungendo un quinto oceano all’elenco. Le acque dell’Antartico sono caratterizzate dalla presenza di una corrente che ebbe origine circa 34 milioni di anni fa. Infatti, dopo la separazione della calotta antartica dal Sudamerica si generarono delle correnti marine denominate come ACC, correnti circumpolari antartiche.
La corrente ACC scorre da ovest verso est intorno alla calotta polare antartica. La sua acqua è palesemente più fredda ma leggermente meno salata rispetto a quello che si trova nei mari più a nord. La corrente trasporta le acque dell’Atlantico, del Pacifico e dell’Indiano, contribuendo alla circolazione termoalina, fenomeno che gioca un ruolo fondamentale nella distribuzione del calore in tutto il pianeta. Infatti, l’acqua più densa e fredda scorre in profondità al largo dell’Antartide permettendole così di sottrarre parte di anidride carbonica dall’atmosfera. Una caratteristica che permette all’oceano del sud di coprire un ruolo essenziale nella regolazione del clima terrestre.
Inoltre, recentemente gli scienziati stanno analizzando le acque dell’oceano Antartico per capire come le attività antropiche stiano influenzando la sua natura e le tipiche correnti. Uno dei primi dati riscontrati è l’aumento della temperatura dell’acqua trasportata dalla ACC. Tuttavia, non è chiaro se questa variazione possa modificare in alcun modo il clima e i ghiacci dell’Antartide.
L’ACC ha permesso lo sviluppo di ecosistemi unici nell’oceano Antartico. Troviamo infatti migliaia di specie che vivono esclusivamente in quelle acque fredde. Vi sono poi altre specie che frequentano quelle zone solo in alcuni periodi dell’anno, per poi migrare negli altri oceani durante i mesi invernali più ostili. Con la nomina ufficiale dell’oceano Antartico, la misson di National Geographic è quella di trasmettere maggior interesse verso l’Antartide e le sue acque in maniera da poter guadagnare ulteriore consapevolezza nell’ambito dell’emergenza climatica.