Un nuovo materiale si è formato in Florida dopo la caduta di un fulmine che ha colpito un albero. Si tratta di un materiale a base di fosforo mai rilevato né sulla Terra né nello spazio e probabilmente è un particolare minerale. Al momento però non è stato possibile ricrearlo in laboratorio.
La scoperta del nuovo materiale creato in Florida dopo la caduta di un fulmine è stata pubblicata sulla rivista Communications Earth & Environment. Alla ricerca hanno partecipato i ricercatori Matthew Pasek e Tian Feng dell’Università della Florida Meridionale in collaborazione con Luca Bindi, un geologo italiano e professore ordinario di Mineralogia e Cristallografia dell’Università di Firenze. Lo scorso dicembre, Bindi e Pasek avevano già lavorato insieme e pubblicato su Pnas la scoperta di un altro sorprendente materiale mai visto prima. Si trattava di un quasi-cristallo generato da un fulmine che ha colpito una linea elettrica nel Nebraska.
Durante un temporale estivo nel 2012 a New Port Richey, in Florida, un fulmine ha colpito un albero. Fin qui niente di strano. Ma la particolarità è che la scarica elettrica ha generato un materiale vetroso noto come folgorite, o fulmine fossilizzato, nel terreno sabbioso sottostante. I proprietari del terreno hanno messo in vendita la folgorite, che ha attirato l’attenzione di Matthew Pasek, che ha acquistato il materiale. Con la collaborazione di Luca Bindi lo ha analizzato, scoprendo che il materiale non era mai stato visto prima sulla Terra. Anche se minerali simili possono trovarsi nei meteoriti e nello spazio, questo specifico materiale non era stato mai osservato prima.
Il fulmine che ha colpito l’albero in Florida ha prodotto un materiale a base di fosforo. Secondo gli esperti e autori dello studio, si tratterebbe di un nuovo tipo di minerale, a metà strada tra quelli terrestri e quelli spaziali dei meteoriti. La scarica elettrica avrebbe bruciato il carbonio dell’albero e il ferro accumulato intorno alle radici, generando un materiale simile al fosfito di calcio. Questo tipo di ammasso vetroso può formarsi quando la scarica di un fulmine si scarica in un terreno sabbioso contenente quarzo, silice, argilla e altre sostanze. Il fulmine scioglie insieme la sabbia, la roccia e i resti organici come la legna abbattuta, creando queste formazioni vetrose. Tuttavia, gli esperti non sono riusciti a riprodurlo in laboratorio, il che suggerisce che si debbano verificare condizioni molto particolari e specifiche per la sua creazione.
Il fenomeno dei fulmini che creano materiali è noto da tempo agli scienziati, ma finora i casi identificati sono ancora pochi. La scoperta di Bindi e Pasek suggerisce che la generazione di materiali insoliti da fulmini potrebbe essere più comune di quanto si pensi. Inoltre, potrebbe aiutare a spiegare la presenza di minerali sconosciuti sulla Terra. Questi materiali potrebbero anche avere applicazioni in vari settori, dalla tecnologia all’industria aerospaziale, dunque il loro studio è un settore importante dell’attuale ricerca scientifica.
Il fenomeno della creazione di un nuovo materiale a causa dei fulmini non è nuovo. Si sa, ad esempio, che i fulmini possono produrre cristalli di silicio, ossidi di ferro e altri minerali. La scoperta di nuovi materiali generati da fulmini come il fosfito di calcio rappresenta un importante avanzamento nella nostra comprensione di come questi fenomeni naturali possano contribuire alla formazione di minerali unici e di interesse scientifico.
Questi ritrovamenti dimostrano anche come la natura possa offrire fonti inaspettate di materiali, utili in vari campi come la scienza dei materiali, la geologia e la chimica. Inoltre, l’analisi di tali materiali può aiutare a comprendere meglio i processi geologici e fisici che portano alla formazione di minerali in diversi ambienti, sia sulla Terra che nello spazio. La ricerca sull’origine e le proprietà di questi nuovi materiali generati da fulmini quindi è continua. In futuro ci potrebbe fornire importanti indicazioni sulla comprensione della chimica e della fisica dei fenomeni atmosferici.
Credit copertina: Matthew Pasek