La Terra ha un ottavo continente nascosto, a cui è stato attribuito il nome di Zealandia. Nel 2017, gli esperti hanno rilevato per la prima volta la sua presenza sotto le acque dell’Oceano Pacifico, ma ancora oggi continua a suscitare l’interesse della comunità scientifica e del mondo. La sua scoperta ha sfidato la definizione tradizionale di continente e ha aperto nuove prospettive per la geologia e l’economia globali. Con l’uso di tecnologie avanzate, gli scienziati hanno finalmente svelato questo mondo sommerso, dimostrando che la Terra ha ancora molto da rivelare sulle sue profondità oceaniche.
La scoperta di Zealandia ha scatenato un acceso dibattito scientifico sulla definizione dei continenti. In passato, i continenti venivano semplicemente definiti come masse di terra emersa. Tuttavia, la definizione moderna considera un continente come un’area elevata al di sopra dell’area circostante, con una composizione geologica distintiva e una crosta più spessa rispetto al fondale oceanico. Questo criterio ha portato alla definizione di Zealandia come un vero e proprio continente. Si aggiunge quindi alla lista dei sette continenti finora riconosciuti: Africa, Sudamerica, Nordamerica, Antartide, Asia, Europa e Oceania. Tuttavia, alcune interpretazioni considerano Zealandia come il settimo continente, secondo il modello in cui l’Asia ed Europa sono considerati un’unica massa chiamata Eurasia.
Il modello a cinque continenti, più conosciuto, è invece una suddivisione semplificata della Terra che raggruppa i continenti in cinque aree geografiche principali. Questo modello semplificato spesso è quello insegnato ai bambini e utilizzato in contesti educativi di base. Nella suddivisione a cinque continenti, abbiamo Africa, Asia, Europa, America e Oceania.
Zealandia è stato identificato come un continente nel 2017, quando i ricercatori hanno finalmente mappato in dettaglio la sua estensione. Zealandia è un’enorme massa di terra sottomarina coperta per il 94% dall’Oceano Pacifico. Solo il 6% di Zealandia emerge quindi sopra il livello del mare, costituendo la base delle isole del nord e del sud della Nuova Zelanda e dell’isola della Nuova Caledonia. La crosta continentale è un pezzo di terra uniforme che si estende per circa 5 milioni di chilometri quadrati. L’obiettivo della mappatura era fornire un quadro accurato della geologia dell’area della Nuova Zelanda e del Pacifico sud-occidentale. Questo continente sommerso è stato mappato analizzando la batimetria, la forma e la profondità del fondale oceanico e il suo profilo tettonico.
L’attribuzione del nome “Zealandia” a questo continente sommerso risale al 1995, quando fu utilizzato da Bruce Luyendyk, un geofisico americano. Luyendyk, basandosi su studi geologici e geofisici, propose che questa vasta massa di terra meritasse un nome distintivo, separandola così dall’Australia e dalla Nuova Zelanda, che si trovano sulla parte emersa di Zealandia.
Per comprendere le origini di Zealandia, dobbiamo fare un viaggio nel tempo fino a quando il nostro pianeta aveva una configurazione geologica molto diversa da quella che conosciamo oggi. Zealandia faceva parte del supercontinente Gondwana, un’enorme massa terrestre che includeva molte delle terre emerse dell’emisfero meridionale. Questo supercontinente comprendeva regioni che oggi costituiscono il continente antartico, l’America del Sud, l’Africa, l’Australia, l’India e, naturalmente, Zealandia. Tuttavia, la storia di Zealandia è segnata da eventi geologici straordinari. Durante il tardo Cretaceo, circa 60 milioni di anni fa, il nostro pianeta era in continua trasformazione. I movimenti tettonici delle placche continentali stavano scuotendo il pianeta, e una serie di faglie e rift cominciarono a separare Zealandia dal resto di Gondwana. Questo processo di separazione è noto come rifting continentale, ed è il risultato di tensioni crescenti nella crosta terrestre.
Il rifting continentale che ha portato alla separazione di Zealandia da Gondwana è stato un processo graduale avvenuto durante un lungo periodo di tempo geologico. Queste tensioni hanno creato un’area di assottigliamento della crosta terrestre, che alla fine ha portato Zealandia a sprofondare sotto il livello del mare. Questo processo è ancora in corso e la crosta continentale di Zealandia continua a subire modifiche e ad adattarsi alle forze tettoniche in gioco.
Oltre alla sua importanza scientifica, la presenza di Zealandia solleva anche questioni geopolitiche ed economiche. Le acque che circondano questo nuovo continente sommerso potrebbero nascondere risorse naturali preziose, tra cui minerali, petrolio e gas. Queste risorse potrebbero diventare un punto focale di interessi nazionali e internazionali, con potenziali conflitti e collaborazioni nell’ambito dell’estrazione e dello sfruttamento. Inoltre, la definizione ufficiale di Zealandia come un continente potrebbe avere ripercussioni legali e politiche sulle richieste di sovranità e sull’uso delle acque circostanti. La sua posizione nella regione dell’Oceano Pacifico sud-occidentale potrebbe influenzare gli equilibri di potere nella regione stessa, con conseguenze che vanno ben oltre la scienza.
Zealandia non è solo una scoperta geologica di portata mondiale, ma svolge anche un ruolo nella nostra comprensione della tettonica delle placche. Questo continente sommerso si trova al confine di diverse placche tettoniche, comprese la placca australiana, la placca del Pacifico e la placca indo-australiana. L’interazione complessa tra queste placche ha contribuito alla sua formazione e alla sua posizione attuale. Gli scienziati stanno studiando Zealandia per capire meglio come le placche tettoniche si muovono e interagiscono tra loro. Questa comprensione è fondamentale per prevedere i terremoti, comprendere la formazione di catene montuose e analizzare i cambiamenti a lungo termine nella crosta terrestre.
La scoperta di Zealandia ha anche rivitalizzato la ricerca oceanografica. Infatti, questo continente sommerso rappresenta una delle aree meno esplorate dell’oceano. Gli scienziati stanno affrontando sfide tecniche per studiare Zealandia, comprese le operazioni subacquee ad alta pressione e l’uso di veicoli autonomi subacquei. Questi sforzi non solo ci consentono di comprendere meglio Zealandia, ma ci aiutano anche a esplorare le profondità marine in generale.
Zealandia è molto lontano dall’essere un continente statico. Come parte della dinamica geologica della Terra, è in costante evoluzione. I movimenti tettonici continueranno a dar forma alla sua forma e struttura nel corso del tempo geologico. Questo offre agli scienziati una preziosa opportunità di studiare i processi geologici in azione e di valutare come Zealandia cambierà in futuro. Oltre alle sfide geologiche e climatiche, Zealandia è anche un’opportunità per la ricerca biologica. Le acque intorno a questo continente sommerso potrebbero ospitare una ricca biodiversità di vita marina, alcune delle quali potrebbero essere adattate a condizioni uniche. Esplorare questa zona sottomarina potrebbe portare a scoperte sorprendenti sulla vita negli abissi dell’oceano e sulla sua resilienza alle sfide ambientali.
Le profondità marine di Zealandia potrebbero svolgere un ruolo nell’influenzare il clima globale. I processi chimici e biologici nell’acqua intorno a Zealandia possono influenzare la circolazione oceanica globale e la cattura di carbonio. La comprensione di come Zealandia interagisca con il sistema climatico terrestre rappresenta una delle sfide scientifiche più interessanti e rilevanti dei nostri tempi.
Credit copertina: Centro dati mondiale per la geofisica e la geologia marina/NGDC, NOAA