La produzione in laboratorio della carne non è più fantascienza. Il sogno di molti cultori dell’alimentazione vegetariana o vegana potrebbe rivelarsi, in realtà, un’interessante scoperta anche per tutti gli onnivori.
Infatti, la carne prodotta in laboratorio è, sia di consistenza che di gusto, identica a quella che acquistiamo al supermercato.
Il primo hamburger di manzo artificiale è stato creato nel 2013 a un costo di 250.000 euro. Nel 2020 il ristorante The Chicken a Ness Ziona, vicino a Tel Aviv, offre ai suoi clienti un menù a base di burger artificiali e un mese dopo il governo di Singapore approva la vendita al pubblico di nuggets di pollo ottenute in vitro.
Attualmente, molte start-up in tutto il mondo gareggiano per ottenere il monopolio (o sperano almeno di aggiudicarsi una fetta) del promettente mercato della carne sintetica.
Cosa troverai in questo articolo:
Come si ottiene la carne coltivata in laboratorio?
Esistono svariati metodi per produrre la carne sintetica in laboratorio, ma tipicamente vengono utilizzate le cellule staminali adulte di animali vivi.
Credits: RARE network
Supponiamo di voler creare carne bovina: si estrae un minuscolo campione di tessuto muscolare dalla mucca, sottoposta ad anestesia locale, tramite biopsia. Il frammento di muscolo viene sminuzzato in piccoli pezzi utilizzando alcuni enzimi per digerirlo e favorire il rilascio delle cellule staminali (che hanno note capacità di proliferazione). Tutto ciò viene poi inserito in un bioreattore, dove è presente un terreno di coltura che fornirà nutrienti, ormoni e fattori della crescita.
In coltura si ottengono più di un trilione di cellule. Queste si uniscono naturalmente a formare i miotubi, inseriti poi in un anello e fatti crescere fino a formare un piccolo pezzo di tessuto muscolare. A sua volta, questo può moltiplicarsi fino a ottenere un trilione di fibre muscolari.
Il passaggio finale: le fibre vengono innestate su uno “scaffold” simile a una spugna che le inonda di sostanze nutritive e le allunga meccanicamente per aumentarne le dimensioni e il contenuto proteico.
Credits: Habitante
Il risultato? Una carne peculiare a quella vera e persino più sicura perché prodotta in un ambiente altamente controllato. Inoltre, è ricca di proteine e contiene grassi.
La start-up britannica della carne selvatica
Primeval Foods è la start-up made in England nata con l’obiettivo di produrre carne sintetica specializzandosi in prodotti a base di specie esotiche come tigri, zebre e leoni.
Credits: Primeval Foods
Perché limitarsi a produrre carne artificiale, quando si può proporre qualcosa di ancora più raro e accattivante? Strategia di marketing più che azzeccata dato il notevole successo che sta riscuotendo.
Il loro sito web recita in modo essenziale ma incisivo: “Primeval Foods sta creando il futuro del cibo con la carne coltivata senza le spese della natura e degli animali.”
L’azienda afferma che i grandi felini hanno un profilo di aminoacidi e proteine unico mentre gli elefanti un tessuto muscolare molto grasso: ciò renderebbe la loro degustazione un’esperienza d’eccezione.
Primeval Foods assicura che la ricetta è semplice e prevede solo i nutrienti essenziali per la crescita della carne: ciò rende il prodotto finale privo di qualsiasi ormone della crescita, antibiotico o prodotto geneticamente modificato (OGM).
Pro e contro della carne ottenuta in laboratorio
La richiesta mondiale di carne e, più in generale, l’industria zootecnica stanno avendo un impatto negativo forte sul benessere degli animali e sull’ambiente. Sulla base di alcuni dati estrapolati dal recente rapporto Meat Atlas 20 aziende produttrici di carne emettono nell’atmosfera più anidride carbonica di grandi paesi industrializzati come Germania o Francia.
La produzione di carne è responsabile del 15% delle emissioni totali di gas serra di origine antropica, oltre ad avere un’importante impronta idrica: la media mondiale è di 15.415 litri di acqua ogni chilo di carne bovina, in Italia 11.500 litri.
La carne coltivata in laboratorio può dunque considerarsi una valida alternativa, anche se è necessario fare alcune dovute considerazioni:
- La produzione è, per ora, molto ridotta
- La produzione deve essere ancora pienamente regolamentata
- I costi di produzione sono elevati
- Il mercato di massa prevede una richiesta di carne molto elevata
Primeval Foods, nel frattempo, non perde tempo: i fondatori, da veri innovatori, hanno deciso di investire su diffusione del prodotto e collaborazioni. A breve presenteranno i piatti esotici in due ristoranti stellati Michelin di Londra per poi espandersi nei supermercati locali.
E nessun animale sarà maltrattato per ottenere questa carne!
Sono un’ingegnere biomedico e un futuro bioingegnere industriale con grandi sogni nel cassetto e un’innata creatività.
Mi appassiona tutto ciò che è legato al mondo dell’imprenditoria e della sanità.
Nel frattempo, scrivo di ciò che mi incuriosisce.