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Coralli malati: un’epidemia senza precedenti

Fa rabbrividire la recente scoperta di numerosissimi coralli malati nella zona atlantica e caraibica. L’epidemia si presenta con stony coral tissue loss disease (SCTLD) che comporta la distruzione del tessuto molle. Si trovano coralli malati in vastissime aree marine che includono Florida, Isole Vergini, Porto Rico, Golfo del Messico e tante altre, soprattutto i territori caraibici. In tali luoghi la presenza dei coralli è fortemente compromessa da altri fattori e si spera che la “peste bianca” non si riveli essere il colpo di grazia.

È fondamentale agire con fermezza e celerità per la tutela degli ecosistemi. La comunità scientifica è già a buon punto nella pianificazione di una strategia atta a contrastare la diffusione della SCTLD. È plausibile che la peste bianca presto si diffonda il tutto il mondo ed occorre essere pronti ad affrontarla. Oltre a curare i coralli malati sarà fondamentale contemporaneamente ripristinare le barriere pesantemente colpite.

I primi coralli malati furono scoperti nel 2014

I primi segni di stony coral tissue loss disease furono documentati nel 2014: gli scienziati chiamarono tale malattia “peste bianca”. Da quell’anno in poi, i ricercatori rintracciarono più volte i segni del morbo contando innumerevoli coralli malati. L’allarme più recente scatta nel mese di agosto 2022 quando la peste bianca infetta l’intera barriera corallina della Florida: 360 miglia di coralli malati! Nel settembre 2022, ancora segni di SCTLD documentati all’interno dell’area marina protetta Flower Garden Banks National Marine Sanctuary nel Golfo del Messico.

Mentre l’epidemia si diffonde, i ricercatori fanno fatica a spiegarsi quale sia la causa. Si teme possa raggiungere il Pacifico e produrre gli stessi effetti catastrofici ma al momento la regione pacifica appare salva. La SCTLD che affligge l’Atlantico e i Caraibi è altamente letale e a rapida diffusione: bisogna intervenire il prima possibile.

Cosa si può fare per curare i coralli malati e proteggere le barriere ancora intatte?

La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) pianifica una strategia per contrastare la diffusione della peste bianca. I punti chiave vanno dal monitorare i coralli malati e prepararsi già ad una possibile epidemia nell’Indo-Pacifico. La strategia si basa diversi punti; eccone alcuni:

  • Intensificare le ricerche sulla SCTLD
  • Pianificare azioni di rilevazione, prevenzione ed intervento nei confronti dei coralli malati
  • Cooperare con i partners per supportare le barriere coralline attraverso azioni che puntano al ripristino dei coralli preservando così l’esistenza delle specie colpite
  • Collaborare con le community che si occupano delle barriere coralline per ridurre anche altri fattori di stress dannosi per i coralli in modo da renderli più resistenti

Pare al momento purtroppo impossibile sradicare completamente la peste bianca nonostante la strategia del NOAA, ecco perché alcuni punti sono pensati per agire a lungo termine. Ad ogni modo il piano basterebbe a ridurre la probabilità di ulteriori trasmissioni “preparando” le aree più vulnerabili. Lì dove non sarà possibile salvare i coralli malati occorrerà ripristinare la popolazione per salvaguardare le specie pesantemente colpite.

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