Sagittarius A: rivelata la prima immagine del buco nero al centro della nostra galassia
Il 12 maggio alle 15:00 CEST, l’European Southern Observatory (ESO) e il progetto Event Horizon Telescope (EHT) hanno tenuto una conferenza stampa per presentare dei risultati rivoluzionari sulla Via Lattea ottenuti dall’EHT. Oggi abbiamo la conferma che l’oggetto all’interno della nostra galassia, Sagittarius A, è un buco nero.
Il Direttore generale dell’ESO ha pronunciato le parole di apertura. Il direttore del progetto EHT, Huib Jan van Langevelde, e il presidente del consiglio di collaborazione dell’EHT, Anton Zensus, hanno commentato la scoperta. Dopo la conferenza stampa, alle 16:30 CEST, l’ESO c’è stato un evento online per il pubblico, attraverso lo stesso link streaming. Una sessione di domande e risposte in diretta in cui i membri del pubblico hanno avuto l’opportunità di interrogare un altro gruppo di esperti dell’EHT.
Sagittarius A: la scoperta
Per la prima volta vediamo un’immagine del buco nero supermassiccio, Sagittarius A, che si trova al centro della nostra galassia. Nel cuore della galassia che ci ospita, la Via Lattea, vi si trova il buco nero “Sagittarius A”, con una massa pari a 4 milioni di volte quella del nostro Sole.
L’immagine mostrata oggi è una di quelle che possono essere definite come “immagini del secolo”, insieme alla prima immagine mai prodotta di un buco nero dello scorso 2019. Non possiamo non notare la somiglianza tra i due corpi, nonostante abbiano una massa diversa.
Anche se non possiamo vedere il copro in quanto non emette luce, possiamo vedere la zona centrale, detta “ombra” e un disco brillante intorno. Secondo quando dichiarato durante la diretta da Geoffrey Bower, project scientist dell’EHT:
Siamo molto sbalorditi poiché le dimensioni dell’anello siano in accordo con le previsioni della teoria della relatività generale di Einstein.
Viste le distanze in gioco, creare quest’immagine non è stato semplice. Infatti, sono stati coinvolti 8 osservatori radio-astronomici di tutto il mondo in modo da creare un unico telescopio virtuale grande quanto il nostro pianeta. Le osservazioni sono state fatte nell’aprile 2017 e sono stati raccolti tantissimi dati durante molte ore.
I ricercatori coinvolti
Quest’immagine è il risultato del lavoro di molti ricercatori e scienziati attraverso una rete globale di radiotelescopi. Nella collaborazione sono stati coinvolti l’Event Horizon Telescope e un team internazionale dove non manca la partecipazione italiana dell’Istituto nazionale di astrofisica, dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università di Cagliari.