Storia del festival di Sanremo: 73 anni di musica italiana
La storia del festival di Sanremo dura da ben 73 anni. È un appuntamento fisso per gli italiani che negli anni è cambiato ma che continua a far parlare di sé. Ogni anno nella “settimana di Sanremo” si apre un sipario sul festival che nel tempo ha raccontato la storia della musica italiana, ma non solo. Sanremo ha raccontato la storia italiana, è stato da sempre un simbolo della società, uno specchio del mondo che cambia. La prima edizione di Sanremo risale al 1951, con un evento che nel tempo si è trasformato in una vera e propria macchina commerciale. E negli ultimi tempi è diventato un modo per attirare l’attenzione, un vero e proprio protagonista nei social network.
La prima edizione del festival di Sanremo
Siamo nel 1951: la guerra è finita da poco e anche l’Italia si prepara a rinascere, con la voglia di cambiare e di affacciarsi alla modernità. La musica fu un simbolo dell’epoca e il festival fu proprio una “grande evasione”, come venne definito. Gli italiani avevano voglia di divertimento, di spettacolo, di musica. E così nacque Sanremo. All’inizio nessuno lo prese davvero sul serio, non si aveva idea di quello che sarebbe diventato negli anni, tra musica e polemiche. La prima edizione del festival aveva una location diversa da quella che tutti conosciamo. Si tenne infatti nel Salone delle feste del Casinò Municipale a Sanremo. Il pubblico era seduto intorno a dei tavolini a cui veniva servita la cena mentre i cantanti si esibivano. Insomma, il primo festival somigliava più a un vecchio café chantant che a uno spettacolo. La prima vincitrice del festival fu Nilla Pizzi, con la canzone Grazie dei fiori, che poi divenne una delle protagoniste della musica italiana regalando altri brani di successo.
Come nasce il festival di Sanremo?
Gli ideatori del festival di Sanremo furono Angelo Nizza e Angelo Nicola Amato. Il primo conduceva un famoso programma radiofonico, “I quattro moschettieri” mentre il secondo era l’organizzatore di eventi al Casinò Municipale di Sanremo. Furono loro a proporre una gara canora alla EIAR di Torino. La loro idea riuscì a realizzarsi nel 1951 grazie alla redazione di un regolamento da parte dell’EIAR che si impegnò nella diffusione della gara via radio. E arriviamo allora alla sera del 29 gennaio 1951, quando andò in onda via radio la prima edizione del festival, condotta da Nunzio Filogamo. Sembra che gli spettatori di quella prima edizione fossero talmente pochi che fu necessario trovare altre persone da sistemare ai tavolini. Due anni dopo si decise invece di rendere lo show più esclusivo, permettendo l’accesso al Casinò solo agli spettatori muniti di invito.
Le prime edizioni televisive
Fino al 1954 il Festival di Sanremo andò in onda via radio. Man mano aumentò il numero di cantanti partecipanti e crebbe l’attenzione della stampa, anche per il successo di alcuni brani. Siamo nel 1955 quando per la prima volta il Festival viene trasmesso in diretta televisiva. Un vero e proprio punto di svolta arriva nel 1958, quando Domenico Modugno incanta tutti gli italiani con la sua Nel blu dipinto di blu. Fu un trionfo, un inno di ottimismo e di speranza, cantato da Modugno con le braccia aperte e con un’energia nuova che prende il posto dei brani più malinconici delle edizioni precedenti. È cambiata la musica italiana: la melodia classica è abbandonata lasciando il campo allo swing. Da quel momento il festival inizia a raccontare gli italiani, ad accompagnare il tempo che cambia e quindi anche i gusti musicali che evolvono.
Gli anni ’60 e le prime polemiche
L’edizione del 1961 fu una delle più controverse. Fu l’anno in cui Mina, presa dall’emozione, commise un piccolo errore nell’esecuzione del brano e scoppiò a piangere, scappando senza terminare il brano. E poi ci fu Adriano Celentano che fece scalpore mostrando la schiena al pubblico mentre si esibiva con la sua 24000 baci. Con lui però arriva sul palco la modernità e il rock’n’roll. E da quel momento arrivano anche famosi artisti più giovani, che raccontano la loro generazione con un nuovo stile: pensiamo ad esempio a Little Tony o a Lucio Dalla. E poi arriva anche la tragedia. Nel 1967 arriva a Sanremo con Ciao amore, ciao Luigi Tenco, che dopo l’eliminazione si suicidò in albergo come atto di protesta.
Il Festival di Sanremo negli anni ’70 e ’80
La morte di Tenco fu un presagio di anni difficili, i cosiddetti “anni di piombo” con fatti tristemente famosi come la strage di piazza Fontana e altri attentati. Intanto il festival cambia la location: dal 1977 la diretta avviene dal Teatro Ariston, come è ancora oggi. Ma non solo: il festival di Sanremo si trasforma, iniziando ad accogliere anche ospiti internazionali come Grace Jones nel 1978, l’anno di canzoni molto famose come Gianna di Rino Gaetano o Un’emozione da poco di Anna Oxa, che fa anche scalpore con i suoi look. Gli anni ’80 vedono come protagonisti i conduttori Claudio Cecchetto prima e Pippo Baudo poi, che condurrà il festival anche dal 1992 al 1996 e poi alcune edizioni degli anni Duemila. In questi anni al festival partecipano artisti che hanno fatto la storia della musica italiana. Nel 1984 trionfa Al Bano con Romina Power, nel 1985 i Ricchi e Poveri, nel 1986 Eros Ramazzotti, nel 1987 il trio Morandi-Ruggeri-Tozzi. Chiudono nel 1988 Massimo Ranieri e nel 1989 Anna Oxa con Fausto Leali. Dal 1984 nasce la categoria “Nuove Proposte” per gli artisti più giovani, mentre dal 1982 viene assegnato il Premio della Critica che poi nel 1996 verrà dedicato a Mia Martini.
Gli anni dei grandi successi e delle grandi polemiche
Negli anni ’90 tanti cantanti hanno debuttato sul palco dell’Ariston registrando un vero e proprio successo. Tra questi ricordiamo Marco Masini che vince nelle Novità con Disperato, mentre il festival dei Campioni è vinto dai Pooh con Uomini soli. Negli anni successivi trionfano poi Riccardo Cocciante, Luca Barbarossa, Enrico Ruggeri, Aleandro Baldi, Giorgia, Ron e Tosca, i Jalisse, Annalisa Minetti e Anna Oxa. Nel 1995 il festival passa alla storia per l’episodio di un uomo che minacciò di gettarsi dalla galleria dell’Ariston, trattenuto poi da Pippo Baudo. E il festival continua ad alimentarsi di polemiche e di scandali. Addirittura nel 1988 il Financial Times parlerà del Festival definendolo una “sagra del kitsch”. Insomma, il festival inizia a diventare quello che tutti conosciamo. Non solo una gara di musica ma anche un evento che fa registrare un gran numero di ascolti. Il festival continua a tenersi nello storico Teatro Ariston, tranne che nel 1990 in cui, per la 40° edizione, si tenne al PalaFiori del nuovo Mercato dei Fiori in valle Armea, in frazione Bussana.
Sanremo negli anni Duemila
Nel 2005, con la conduzione di Paolo Bonolis, cambiano le regole della gara. Ci sono nuove categorie e la gara è divisa tra uomini, donne, gruppi, classic e giovani. Quell’edizione è vinta da Francesco Renga con Angelo. La divisione in categorie viene mantenuta anche nel 2006 con la conduzione di Giorgio Panariello in cui è presente anche la serata dei duetti. Il vincitore sarà Povia con Vorrei avere il becco. Nel 2007 torna Pippo Baudo che decide di tornare allo schema tradizionale. Nel 2010 arrivano al festival i protagonisti dei talent e le proteste per la classifica finale, addirittura con i musicisti che lanciarono in aria gli spartiti. E poi arrivano i nuovi conduttori, Gianni Morandi nel 2011 e 2012, Fabio Fazio nel 2013 e 2014, Carlo Conti dal 2015 al 2017, seguito da Claudio Baglioni nei due anni successivi, fino ad Amadeus dal 2020 a oggi.
Sanremo oggi
Chiudiamo allora questa carrellata con i nostri giorni, con le ultime edizioni che tutti ricordiamo.Sono gli anni dei nuovi volti della musica, quelli ad esempio di Francesco Gabbani o di Mahmood, entrambi vincitori dei Big dopo la vittoria nelle competizioni dedicate ai giovani. E con l’edizione 2020, la settantesima, si registra il boom di ascolti anche grazie alla coppia Amadeus-Fiorello e al famoso episodio in cui Bugo, in coppia con Morgan, abbandonò il palco segnando l’eliminazione dalla gara. Con la vittoria di Diodato si chiude la grande festa di quell’edizione e dopo pochi giorni l’Italia è sconvolta dall’arrivo della pandemia, che costringerà l’edizione successiva a svolgersi senza il pubblico. Negli ultimi anni, con la diffusione dei social network, il festival è seguito ormai da tutti, anche dal pubblico più giovane. E non mancano le occasioni per metterlo al centro dell’attenzione per un’intera settimana ma anche per il resto dell’anno. “Perché Sanremo è Sanremo” e, in fondo, dopo 73 anni è ancora così.